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Noi siamo la generazione "Snowflake": tanto buonismo e un unico pensiero

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Due mondi s'incontrano: sociale e cultura, unione indissolubile

A Oristano, sociale e scuola son due mondi complementari. "Due realtà, prima, distinte ora sono saldamente unite", sostiene Eleonora Frongia, studentessa del Liceo Classico De Castro. L'obiettivo dell'iniziativa "Una Scuola Grande come Il Mondo", che coinvolge Eleonora così come altri suoi compagni,  è una riqualificazione tout court del tessuto urbano oristanese, piegato da un crescente degrado e da un comune disinteresse al fenomeno. L'idea del progetto si articola attorno a delle attività mattutine e serali, artistiche e teatrali. E coinvolge tutti gli studenti oristanesi dell'I.I.S De Castro, sulla base delle loro competenze.  "Vorremo realizzare un numero significativo di installazioni artistiche da posizionare nelle zone più marginali, quali Sacro Cuore/San Nicola/Torangius", commenta Irene, una studentessa del Liceo Artistico, impegnata nei laboratori serali di pittura e scultura. "Abbellire la città è prioritario".

Una Scuola Grande come il Mondo: avvio progetto

Oggi, in aula consiliare, davanti agli studenti e i rappresentanti delle associaz l'Istituto "De Castro" ha presentato il progetto dedicato al rinnovo artistico e culturale dei quartieri periferici di Oristano, chiamato "Una scuola grande come il mondo". La nostra scuola, con gli studenti in prima linea, si mette in gioco, aprendosi alla città mettendo a disposizione le sue risorse fungendo da dispensa culturale. A presiedere l'incontro è stato il nostro preside Pino Tilocca, il quale ha ribadito l'importanza di lasciare un'impronta culturale e artistica sul territorio e sottolineando come la presenza di noi ragazzi sia fondamentale per creare un ponte soprattutto con i cittadini. Questo progetto vede coinvolti infatti gli studenti del Liceo Artistico "Carlo Contini", parte integrante ormai del nostro Istituto Comprensivo, gli studenti del Liceo Classico "De Castro" e infine la collaborazione di enti e associazioni di un cert

"Una scuola Grande come il Mondo": avvio progetto in sala consiliare

Lunedì 21 ottobre, nella sala consiliare del comune di Oristano, alle ore 10,00, si terrà la presentazione pubblica del progetto “Una scuola Grande come il Mondo”. Il progetto, finanziato per sessantamila euro dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si inserisce all’interno del piano Cultura Futuro Urbano, un programma che promuove il benessere e l’animazione nelle periferie urbane attraverso azioni di carattere culturale e artistico. L’intervento è promosso in collaborazione con il comune di Oristano che parteciperà tramite la biblioteca e la pinacoteca; gli altri partner sono il Centro Servizi Culturali e la Comunità Creativa la Factoria. Il progetto prevede lo svolgimento di interventi culturali e la realizzazione di laboratori artistici che coinvolgeranno i residenti delle periferie della nostra città e le scuole elementari e medie dei vari quartieri. Sarà un importante momento per rendere protagonisti i cittadini e le associazioni per migliorare la qualità della vi

Altissima recitazione: da Oristano a Siracusa, l'exploit teatrale del De Castro

 Sta circolando, su Facebook, il video promozionale della tragedia "Medea", interpretata dal gruppo di attori del De Castro di Oristano. Grazie alla guida del regista sardo Matteo Loglisci, la piece è riuscita a incassare il meritato successo. "La Medea del De Castro - si legge nel sito Sardanews.it - era già andata in scena al Liceo, e al Festival internazionale del teatro classico di Siracusa, dove ha riscosso unanimi apprezzamenti. La donna della Colchide, sedotta e abbandonata, che per vendicarsi uccide i figli, è stata interpretata da Sara Abis (nella foto di copertina), affiancata da Mattia Capotosto (Giasone), Agata Casula (la nutrice), Ludovica Maccioni (il pedagogo/Egeo), Vittoria Vacca (il pedagogo), Sebastiano Corona (Creonte), Elisabetta Pippia (il nunzio), Gioia Muroni (Glauce), Anna Murgia, Gaia Flore, Michela Fadda, Giorgia Mandras (il coro)".   L'ultima rappresentazione della tragedia è stata venerdì 19 luglio, in occasione del Dromo

American way. Un maestro dedica 70 ore per creare un'incredibile classe magica a tema Harry Potter

Un insegnante dell'Oregon, negli Stati Uniti d'America, ha trasformato l'aula in cui lavora in un oasi magico.  Kyle Hubler è giunto al quarto anno di insegnamento agli studenti del settimo/ottavo grado della Middle Evergreen School, a Hillsboro. Quando ha saputo che – per l'anno scolastico 2017-2018 – si sarebbe dovuto trasferire in una nuova aula, Hubler ha deciso di decorare la stanza con uno dei temi più apprezzati dai suoi studenti (e da lui stesso): quello di Harry Potter.  “Adoro Harry Potter a causa del grande impatto che ha avuto su di me quando ero piccino. Essere piccoli, talvolta, può essere duro – ci sono momenti in cui mi sono sentito strano ed escluso da ogni genere di gruppo, e leggere i libri della Rowling era un modo per scappare dalla realtà e sentirmi così integrato,” ha confessato Hubler all'Huffington Post.  Maestro Hubler. (C) Boredpanda.com for LIFE. “Crescendo, son migliorato nel socializzare e nello sviluppare rapp

«Come tutti i sogni»: il racconto "della faccia contro il muro dal lezzo stantio"

Entrai in quella specie di casa. Faceva freddo, ma ero sudata per la tensione. Erano in due a spingermi. Mi facevano perdere l’equilibrio ogni volta che cercavo di cambiare direzione. Un robusto fazzoletto grigio mi copriva gli occhi, impedendomi di vedere. Improvvisamente, sentii che al mio fianco non vi era più nessuno: i miei rapitori mi avevano lasciata sola, in piedi, con le mani legate. Provai a camminare, cercando una parete su cui poggiarmi, procedendo a passi lenti e stentati. Passi pieni di terrore. E il tempo sembrava non scorrere mai. Finalmente giunsi a un muro. Iniziai a muovermi per capire cosa ci fosse intorno al mio corpo, in quel buio totale. Stanca e spossata, provai dunque a sedermi. Non so quanto tempo passò nel silenzio, ma poi accadde: la stanza prima vuota si riempì di agghiaccianti rumori e avvertii di nuovo la presenza di qualcuno attorno a me. Qualcun altro mi slego delle corde e mi placcò contro il muro. Urlai. Nessuna risposta. La paura era tanta, p

«Amici e familiari delle vittime transessuali di tutto il mondo si preparano a lottare»

20 novembre, in tutte le piazze delle maggiori città si manifesta per ricordare. Ricordare i soprusi e le violenze subite dai transgender, i quali sono oggetto di discriminazioni continue in ambienti pubblici e non, nonostante vivano in una società apparentemente civilizzata. Il transgender day of Remembranc e è la ricorrenza che punta a tenere viva, nella mente delle persone, l'immagine dell'odio e del pregiudizio che, chi prende una scelta autonoma per rispettare e amare se stessi, deve sopportare. Persone come Martine Rothblatt, avvocatessa di successo e creatrice del Satellite Radio SiriusXM, Christine Jorgensen, militare durante la Seconda Guerra Mondiale, Balian Buschbaum, escluso dalle Olimpiadi di Pechino 2008 dopo il cambio di sesso, ci insegnano che, se persone di successo come loro possono essere vittime della cattiveria, allora anche i nostri familiari e conoscenti possono esserlo. Secondo i dati FRA 2015, ¼ degli intervistati transessuali europei su un camp

«Sono libera di esprimermi a 360 gradi e di andare per strada in qualunque condizione io sia»

di Veronica Dessì* Dal 1999 esiste una giornata contro la violenza di genere, e ricorre il 25 di novembre; una giornata simbolica, per la quale tutti gli Stati membri dell’ONU sono chiamati a partecipare in qualche modo. Però, in effetti, questa giornata neanche dovrebbe esistere. Non dovrebbe esistere perché per ogni donna rimasta vittima da parte del suo compagno, c’è una sconfitta da parte nostra. C’è una vita umana che svanisce, si annulla, un pezzetto di mondo scompare per sempre. Ma nonostante questo, il sole continua a sorgere lo stesso anche se lei non c’è più; e non importa che abbia 15, 20, 30 o 70 anni: il mondo va avanti, the show must go on.  Le radici di questo problema risalgono agli albori della civiltà, le motivazioni sono tante e hanno a che fare con l’evoluzione della società stessa: perché sin da piccoli i bambini e le bambine vengono distinti e ad ognuno di loro vengono impartiti dei valori, i valori “maschili” e i valori “femminili”. I maschi sono forti,

Alessandro, un sognatore rispettoso, vuole parlarci

In questi tempi, in cui continuamente si apprendono notizie sempre più inquietanti per quanto riguarda il razzismo e la difficile integrazione dei migranti in Italia, sarebbe bene fermarsi per un momento di riflessione e rivalutare una figura di ineguagliabile rilievo nella storia non solo greca, ma del mondo intero. Mi riferisco ad un imperatore famosissimo, considerato per le sue capacità figlio di Zeus dall’oracolo di Siwa, che pur essendo salito al trono alla giovane età di vent’anni riuscì in un lasso di tempo brevissimo a conquistare e arrivare fino ai confini del mondo allora conosciuto riuscendo ad ottenere una fusione tra tutte le culture. Sto parlando di Alessandro III di Macedonia, noto anche come Alessandro Magno. Figlio di Filippo II di Macedonia, guidato dalla figura emblematica della madre Olimpiade e del suo maestro Aristotele, crebbe con l’obiettivo di liberare le città greche in Asia, che, conquistate e sottomesse dall’Impero Persiano, avevano una formale auto

Il valore recondito della musica, secondo un musicista

Spesso amici, familiari o semplici conoscenti mi domandano perché io suoni unicamente brani “di musica classica”. Forse, frequentando il Conservatorio, sono obbligato a studiarli? La mia risposta, invariabilmente, è:-No, io HO SCELTO di suonare le composizioni dei vari Mozart, Beethoven…-. Tanti miei coetanei, anche del Conservatorio, invece direbbero esattamente il contrario. Infatti, che senso ha ascoltare e suonare opere di due, tre secoli fa? Opere perlopiù lunghe, noiose e ancorate a vecchi stili musicali. Non è forse meglio ballare, sognare e rilassarsi sulle note delle canzoni e dei brani attuali? Ora, senza nulla togliere (tutt’altro!) al rock, al pop, e a tutti i generi musicali odierni, bisognerebbe rivalutare la validità (ma soprattutto l’ascoltabilità) dei brani “classici”. Perché, dopo millenni, cerchiamo di capire Socrate? Perché, dopo duecento anni, apprezziamo le poesie di Baudelaire? Perché hanno qualcosa da dire. Uno attraverso la filosofia, l’altro tramite la sc

Perché la xenofobia è il nostro coltello (ma la cui lama è a doppio taglio)

Oliviero Toscani, "Razza umana". Ogni diritto è riservato al legittimo avente diritto.  Macedonia di parole. Cominciamo dal termine (apparentemente) greco "xenofobia". Questa è una parola che farebbe rabbrividire i greci, ben inclini, come già sappiamo, all'accoglienza dello straniero, dello xénos, verso il quale non provavano assolutamente alcuna paura, fòbos. E invece, oggi, la parola xenofobia, erroneamente ritenuta greca, ma coniata nei primi anni del '900 dallo scrittore francese Anatole France, sta tornando di moda: la paura del confronto, il timore di quello che non conosciamo, si  staglia minacciosamente sulla nostra civiltà. E lo scenario, desolante, attuale ci impone di farci giusto due domandine. «L'Italia è uno dei paesi più xenofobi d'Europa», ci spiega Gilberto Corbellini, docente di bioetica all'Università "La Sapienza" di Roma. «Il 70% della popolazione ha (ad esempio, ndr) paura degli immigrati e tra le 1