Passa ai contenuti principali

Diario di un musicista. Insieme si vince, se insieme si lotta. E il male, la mafia, «avrà fine»


Prima dicevano che non esisteva. Ora, qualcuno si illude che sia stata sconfitta. Stiamo parlando delle mafie, organizzazioni criminali che, radicandosi capillarmente nel tessuto sociale, politico, economico e culturale (non solo del Sud), ma anche di tutta Italia, hanno formato uno "stato" a sé stante. Uno "stato" il cui potere è dato dalla corruzione, dalla violenza e dall'oppressione delle persone oneste. Questa situazione era la normalità per gli uomini e le donne che vivevano nei territori governati dalla mafia. Nessuno scandalo, nessuna indignazione, nessuna opposizione. Non c'era differenza fra legalità e illegalità. Poi, sono arrivate delle persone, che hanno combattuto la mafia e cercato di aprire gli occhi alle persone vessate da quel sistema criminale. E come lo hanno fatto? Unendo la gente corretta, onesta, animata da un unico valore: quello della giustizia.  Il che, se ci pensiamo bene, è la stessa cosa: la Bastiglia è stata presa dal popolo, non da Pierre - Augustin Hulin. La Liberazione non è stata fatta solo dai partigiani, ma anche dai contadini che li nascondevano nei fienili, dalle donne che portavano loro da mangiare. Carlo Alberto dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri hanno capito questo. Hanno voluto combattere non solo per noi, ma con noi.  Hanno lottato, rinunciando a svaghi, famiglia, per assicurarci un futuro migliore, senza sapere se il loro sacrificio sarebbe servito, senza sapere se qualcuno avesse poi raccolto il frutto del loro lavoro Alla base, erano ispirati da un umile principio: che la lotta alla mafia non l'avrebbero vinta loro, ma gli altri che, negli anni seguenti, l'avrebbero continuata. E noi, che stringiamo in mano quest'importante testimone, come possiamo combattere la mafia? «Ho visto che, come professore universitario, ho potuto fare molto di più per combattere la mafia rispetto a quando ero in Parlamento», spiega Nando dalla Chiesa, durante la conferenza che ha tenuto nella nostra scuola. Ciò dimostra che il cambiamento può partire proprio da tutti noi, dal basso. Non dobbiamo aspettare un comando dagli altri per dare il nostro contributo contro la criminalità, fermando comportamenti violenti, relazionandoci con le Autorità. Ancora oggi la mafia non è sconfitta. Ci sono tantissimi magistrati e uomini delle Istituzioni che rischiano la loro vita per lo Stato, per la legalità, per me e per voi. Ma resta un barlume speranza: cosa diceva Falcone? «La mafia non è affatto invincibile: è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine». Dobbiamo solamente crederci. 


L'autore Riccardo Rosas è uno studente del Classico De Castro e del Conservatorio di Cagliari. Amante della storia e della musica, vorrebbe conseguire, in un  neanche troppo lontano futuro, una laurea in scienze storiche. 



(Ultimo aggiornamento lunedì 12 marzo ore 20:23)

Commenti

Post popolari in questo blog

Noi siamo la generazione "Snowflake": tanto buonismo e un unico pensiero

Claire Fox è un’intellettuale inglese, libertaria, già militante del Partito comunista rivoluzionario. Ha scritto un libro purtroppo non disponibile in lingua italiana, intitolato "I find that offensive!" (Lo trovo offensivo!), che ha avuto il merito di affrontare il problema dell’influenza del pensiero unico politicamente corretto sulle nuove generazioni. Claire è una voce fuori dal coro negli ambienti progressisti. Per le sue prese di posizione, è divenuta oggetto di critica da parte del suo stesso mondo d’appartenenza politica, in particolare a causa delle sue idee contro il multiculturalismo e il “politically correct”. Il termine “Snowflake” (fiocco di neve) deriva dal celeberrimo romanzo di Chuck Palahniuk, "Fight Club", e, nel 2017, lo scrittore rivendicò il merito di averlo coniato.  Cosa significa. Lo stesso termine fu ripreso nel 2016 proprio da Claire Fox e, dall’uscita del suo libro, viene utilizzato per indicare tutti quei giovani, in particolar...

Altissima recitazione: da Oristano a Siracusa, l'exploit teatrale del De Castro

 Sta circolando, su Facebook, il video promozionale della tragedia "Medea", interpretata dal gruppo di attori del De Castro di Oristano. Grazie alla guida del regista sardo Matteo Loglisci, la piece è riuscita a incassare il meritato successo. "La Medea del De Castro - si legge nel sito Sardanews.it - era già andata in scena al Liceo, e al Festival internazionale del teatro classico di Siracusa, dove ha riscosso unanimi apprezzamenti. La donna della Colchide, sedotta e abbandonata, che per vendicarsi uccide i figli, è stata interpretata da Sara Abis (nella foto di copertina), affiancata da Mattia Capotosto (Giasone), Agata Casula (la nutrice), Ludovica Maccioni (il pedagogo/Egeo), Vittoria Vacca (il pedagogo), Sebastiano Corona (Creonte), Elisabetta Pippia (il nunzio), Gioia Muroni (Glauce), Anna Murgia, Gaia Flore, Michela Fadda, Giorgia Mandras (il coro)".   L'ultima rappresentazione della tragedia è stata venerdì 19 luglio, in occasione del Dromo...

Il professore di scienze ne canta quattro, anzi otto. Ecco il suo tormentone sul ciclo di Krebs

Il prof. Gianluca Grossi, insegnante di scienze, chitarra alla mano, ci spiega, in questo video, con una canzoncina molto simpatica, le fasi del ciclo degli acidi tricarbossilici. «Krebs, Krebs, Krebs… con solamente otto step, step, step», strimpella il Docente, servendosi di un ritmo cadenzato, degno dei migliori tormentoni estivi. Sotto, vi proponiamo la concettualizzazione grafica del ciclo dell'acido citrico a cura de "il Paradiso delle Mappe". Alessio Cozzolino ultimo aggiornamento 13/08/2018 ore 14:36